Dissimetrie molecolari: cinetica di idrolisi del saccarosio

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    Classi: 2° biennio e 5° anno

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Riassunto / Abstract

In questa esperienza si segue la cinetica della reazione di idrolisi del saccarosio  misurando la variazione nel tempo del potere ottico rotatorio, dal momento che i prodotti della reazione hanno complessivamente un’attività ottica diversa da quella dello zucchero di partenza. L’elaborazione dei dati porta a definire l’ordine di reazione e il ruolo dell’acido usato come catalizzatore.

Scheda sintetica delle attività

Si  divide la classe in gruppi. Ogni gruppo misura i cambiamenti dell’attività ottica nel tempo studiano una variabile che influenzano la velocità della reazione: concentrazione del substrato, concentrazione dell’acido e temperatura.
Alla fine della parte sperimentale, si raccolgono e elaborano i dati e si confrontano risultati dei vari gruppi di lavoro in una discussione di classe. Si determina così la dipendenza della velocità di reazione dalla concentrazione, dalla temperatura e dalla concentrazione di acido attraverso una cinetica di pseudo 1° ordine tipica delle reazioni catalizzate.

Risorse necessarie

 Per preparare le soluzioni:
  • bilancia tecnica;
  • piastra elettrica o forno a microonde;
  • 2 matracci tarati da 500 mL;
  • 2 matracci tarati da 250 mL;
  • 2 becher da 500 mL;
  • 2 becher da 250 mL;
  • bacchette di vetro per mescolare;
  • saccarosio (acquistabile al supermercato);
  • fruttosio (tecnico o acquistabile al supermercato);
  • glucosio;
  • $HCl$ concentrato al 37%;
  • acqua demineralizzata;
Per effettuare le misure di potere ottico rotatorio:
  • 2 cilindri graduati da 50 o 100 mL (in base alle dimensioni del polarimetro in uso)
  • parafilm;
  • pipette Pasteur;
  • metro a nastro (tipo Stanley);
  • nastro adesivo;
  • puntatore laser (rosso);
  • acqua demineralizzata;
  • bagno termostatico o becher da 2L su piastra elettrica;
  • termometro, meglio se digitale;
  • cronometro;
  • polarimetro artigianale (esperimento 43-Scienze).

Prerequisiti necessari

  • Conoscenze di base sulla polarizzazione della luce;
  • conoscenze di base sull’isomeria ottica;
  • tecniche fondamentali per misurare massa e volume;
  • preparazione di soluzioni ad una data concentrazione;
  • calcolo dei valori di concentrazione delle soluzioni, espresse con unità di misura diverse;
  • calcolo stechiometrico;
  • conoscenza di base della teoria cinetica e del ruolo dei catalizzatori;
  • utilizzo di un foglio di calcolo (Excel) per la raccolta e l’elaborazione dei dati.

Obiettivi di apprendimento

  • Fare ipotesi sulle variazioni del potere rotatorio durante la reazione;
  • individuare l’effetto delle variabili (concentrazione dei reagenti, concentrazione dell’acido e temperatura) sulla velocità di reazione;
  • riconoscere il ruolo del catalizzatore nel meccanismo della reazione;
  • ricavare l’ordine di reazione dall’analisi dei dati sperimentali;
  • valutare gli errori di misura e l’affidabilità dei dati ottenuti;
  • individuare criticità e suggerire miglioramenti delle procedure e degli strumenti;
  • consolidare abilità di laboratorio: manualità, precisione, organizzazione;
  • collaborare nel gruppo di lavoro con l’assunzione di ruolo e responsabilità in rapporto all’obiettivo da raggiungere.

Dotazioni di sicurezza

  • Avvertenza: l’utilizzo di soluzioni acide concentrate rende necessari l’utilizzo di camice, guanti e occhiali di protezione (DPI). 
  • Cautela nell'utilizzare sorgenti di calore. 
  • Utilizzare in modo appropriato il dispositivo laser che non va assolutamente puntato negli occhi.

Svolgimento

Preparazione dell'esperienza

 L'esperienza descritta richiede di avere a disposizione un polarimetro per ciascun gruppo di studenti anche di tipo artigianale (vedi esperimento 43-Scienze "Un polarimetro fai da te"), una soluzione di saccarosio e più soluzioni di acido cloridrico già pronte, preparate alcune ore prima.

La classe viene divisa in gruppi. Ogni gruppo di lavoro si occupa di una variabile. Avendo più gruppi che lavorano su una stessa variabile si possono aumentare il numero dei dati e confrontare i risultati ottenuti.
I gruppi devono studiare la reazione analizzando l'influenza della:

  • concentrazione del saccarosio: 0,8 g/mL-0,6 g/mL- 0,4 g/mL, espressa come concentrazione iniziale;
  • concentrazione dell’acido cloridrico: 4,8 M-3,6 M-3M, espressa come concentrazione iniziale;
  • temperatura: 20°C-36°C.

Parte sperimentale

 Influenza della concentrazione di saccarosio sulla velocità di reazione, a temperatura e a concentrazione di acido cloridrico costanti

  1. Tarare un cilindro graduato per due cammini ottici determinati (0,75 dm e 1,5 dm), misurando dall'interno del recipiente con il metro a nastro e fissando esternamente le tacche di riferimento con due striscioline di carta.
  2. Azzerare il polarimetro ponendolo in estinzione.
  3. Diluire al 50% con acqua distillata la soluzione di saccarosio a concentrazione 0,8 g/mL. In pratica, basterà inserire la soluzione fino ad un’altezza di 0,75 dm nel cilindro di misura, quindi aggiungere acqua fino all'altezza di 1,5 dm, agitando il tutto per favorire il mescolamento. Misurare il potere rotatorio della soluzione così diluita. Questo dato rappresenterà $\alpha _0$, ossia il potere rotatorio all'inizio della reazione. Vuotare, sciacquare e asciugare il cilindro per utilizzarlo nei passaggi successivi.
  4. Inserire la soluzione zuccherina più concentrata (0,8 g/mL) fino al livello di 0,75 dm.  Aggiungere l’acido concentrato (soluzione 3,6 M) fino al livello di 1,5 dm. Far partire il cronometro. Mescolare rapidamente le due soluzioni con una bacchetta, oppure sigillare l’imboccatura del cilindro con parafilm e agitare per circa mezzo minuto.  Porre il cilindro nel polarimetro, attendere che la soluzione di stabilizzi, quindi effettuare misure di potere rotatorio ai tempi prestabiliti. La prima lettura può essere effettuata allo scadere dei due minuti, quindi a intervalli regolari scelti in maniera opportuna.  Per le soluzioni più concentrate, come quella di partenza, possono andar bene intervalli di due minuti soprattutto nella fase iniziale; per soluzioni più diluite è opportuno invece distanziare maggiormente gli intervalli di lettura (vedi nota)

Con il procedere della reazione, si noterà un cambiamento del potere rotatorio, dovuto alla graduale trasformazione del saccarosio in glucosio e fruttosio. I valori dei poteri rotatori specifici dei tre glucidi (la cui misura è descritta nell'esperienza 44-Scienze) comportano una graduale diminuzione dell’angolo iniziale, dovuto al solo saccarosio, che viene sostituito da una miscela equi molecolare di glucosio  e di fruttosio.
In ogni momento della reazione l’attività ottica sarà dovuta ai poteri rotatori specifici e alle concentrazioni dei tre zuccheri, che variano fino alla così detta “inversione” dell’angolo, imputabile al superiore potere rotatorio levogiro del fruttosio. Per tempi sufficientemente lunghi (circa 24 ore) il sistema raggiungerà un equilibrio e sarà possibile rilevare la misura del potere rotatorio finale, indicato con $\alpha_{\infty}$.

Ogni gruppo tabula i dati raccolti al procedere della reazione e prepara tabelle e grafici da poter poi analizzare in classe con gli altri. 

Tenere presente che, per effetto del mescolamento delle due soluzioni, i valori delle concentrazioni di partenza saranno dimezzati. Ad es. i valori iniziali delle concentrazioni in questa prima prova saranno: 0,4 g/mL per il saccarosio; 1,8 M per l’acido cloridrico.                                                                    

La procedura va ripetuta per ciascuna concentrazione di saccarosio, mantenendo costante la concentrazione di $HCl$. 
Per ogni serie di prove conservare il cilindro con la soluzione di reazione fino al giorno successivo, per misurare  $\alpha_{\infty}$  (alfa a infinito), ovvero il potere rotatorio complessivo dei tre zuccheri presenti nel sistema all’equilibrio. Eventualmente quest'ultima misura può essere effettuata dal docente che informa poi ciascun gruppo dei valori ottenuti.
 
Influenza della temperatura sulla velocità di reazione, a concentrazione di saccarosio e acido cloridrico costanti
  1. Tarare il polarimetro come al punto 1 della fase precedente.
  2. Versare in un cilindro graduato la soluzione di saccarosio 0,8 g/mL per un’altezza di 0,75 dm. Preparare un secondo cilindro con la soluzione di $HCl$ 3,6 M. Inserire entrambi i cilindri nel bagnomaria e attendere che raggiungano l’equilibrio alla temperatura prestabilita. Si consiglia di non superare i 36-37 °C altrimenti la reazione sarà troppo veloce e sarà perciò difficoltoso organizzarsi per seguirla con una tempistica adeguata.
  3. Aggiungere alla soluzione di saccarosio la soluzione acida fino a raggiungere un’altezza di 1,5 dm e far partire il cronometro, quindi agitare per mescolare bene, estrarre il cilindro, asciugare velocemente la base e inserirlo nel polarimetro. Le operazioni di mescolamento vanno svolte preferibilmente mantenendo il recipiente a bagnomaria. Prendere la misura di potere rotatorio al tempo prestabilito. Riporre nuovamente il cilindro nel bagnomaria, fino alla misura successiva.
 
N.B. La temperatura durante le operazioni di misura può variare leggermente, ma si cerca di operare per minimizzare l’errore sperimentale.

Influenza della concentrazione dell’acido cloridrico sulla velocità di reazione, a temperatura e concentrazione di acido cloridrico costanti
  1. Ripetere la procedura descritta nella prima parte, variando la concentrazione dell’acido cloridrico: si può procedere con una soluzione di saccarosio 0,8 g/mL e concentrazioni di $HCl$  pari a 4,8 M¸ 3,6 M e 3M.
  2. In questa reazione l’acido cloridrico funge da catalizzatore. Tuttavia la velocità della reazione è influenzata anche dalla sua concentrazione, come si potrà ricavare dai dati ottenuti in questa terza parte. L’ordine complessivo della reazione non è però influenzato dall'acido, e lo si può capire dimostrando che la concentrazione di $HCl$ rimane costante. 
  3. A questo proposito, prima di partire per la sessione di prove, è utile procedere ad una titolazione dell’acido: si prepara, a parte, un altro cilindro dove si mescolano uguali volumi di acido e di soluzione di saccarosio, si preleva un primo campione di 10 mL a inizio reazione e lo si titola immediatamente con una soluzione di $NaOH$ 0,5 M. La titolazione viene successivamente ripetuta a distanza di alcune ore, quando la reazione ha raggiunto l’equilibrio.
  4. Con il procedere della reazione, si noterà un cambiamento del potere rotatorio, dovuto alla graduale trasformazione del saccarosio in glucosio e fruttosio.

Per tempi sufficientemente lunghi (qualche ora) il sistema raggiungerà un equilibrio e sarà possibile rilevare la misura del potere rotatorio finale, indicato con  $\alpha_{\infty}$.

A titolo di esempio, in tabella 1, si riportano alcuni risultati ottenuti nell'attività sperimentale sviluppata dal gruppo dei docenti "Scienze 2" del Convegno di Bologna-Fondazione Golinelli, 1-3 dicembre 2016, e dell'attività svolta in laboratorio dai docenti tutor.

Tabella 1: dati sull'idrolisi del saccarosio, ottenuti variando la concentrazione del saccarosio, la concentrazione dell'acido cloridrico e la temperatura
 

Analisi dei dati: $1^a$ parte

Collegare la variazione di $\alpha$ all’avanzamento della reazione.

  • Dal momento che le specie coinvolte nella reazione sono tutte otticamente attive, è possibile, anche in via teorica, prevedere il potere rotatorio di una loro miscela, conoscendo la % dei vari zuccheri presenti; misurando con il polarimetro la variazione del potere rotatorio nel tempo possiamo quindi determinare la concentrazione degli zuccheri presenti e seguire l’avanzamento della reazione. Infatti, se indichiamo con: 

  1. $\alpha_0$ il valore dell’angolo di rotazione al tempo zero;
  2. $C_0$ il corrispondente valore della concentrazione iniziale di saccarosio;
  3. $\alpha_{\infty}$ il valore dell’angolo di rotazione al termine della reazione;
  4. $C_{\infty}$ la concentrazione corrispondente di saccarosio, che risulta nulla,

la relazione lineare fra le due grandezze permette di correlare il dato di potere ottico rotatorio che misuriamo alla percentuale di saccarosio rimasto in soluzione.   
L’equazione della retta che descrive il valore dell'angolo di rotazione in funzione della concentrazione del saccarosio può scriversi come: $$\alpha = K \cdot C + b$$
dove $K$, coefficiente angolare della retta, è dato dalla frazione:
$$K = \frac{\alpha_0 - \alpha_{\infty}}{C_0 - C_{\infty}} =  \frac{\alpha_0 - \alpha_{\infty}}{C_0}$$
Il coefficiente b è pari al valore di $\alpha$ quando la concentrazione di saccarosio è nulla e quindi: $b = \alpha_{\infty}$.
L'equazione della retta diventa quindi (figura 1):
$$ \alpha =  \frac{\alpha_0 - \alpha_{\infty}}{C_0} C + \alpha_{\infty}$$
Figura 1: andamento lineare dell'angolo di rotazione in funzione della concentrazione di saccarosio in soluzione per uno degli esperimenti di tabella 1.


Il valore di $\alpha$ può quindi essere utilizzato per determinare la frazione di saccarosio non idrolizzato $\large{\frac{C}{C_0}}$ attraverso la relazione:
$$ \frac{C}{C_0} = \frac{\alpha - \alpha_{\infty}}{\alpha_0 - \alpha_{\infty}}$$

  • La misura di $\alpha_0$ si effettua diluendo la soluzione di partenza di saccarosio 1:2 con sola acqua distillata, evitando così di dare inizio alla reazione di idrolisi. La misura di  $\alpha_{\infty}$  si effettua dopo circa 2 o 3 ore, dando tempo al sistema di raggiungere l’equilibrio.
  • Non è indispensabile trasformare la concentrazione espressa in g/mL in molarità M, in quanto il fattore di conversione è incorporato nel coefficiente angolare (K).

Determinare l’ordine di reazione rispetto al saccarosio
  • L’analisi dei dati, fatta nei primi 20 minuti, è adeguata per determinare l’ordine di reazione rispetto al saccarosio e il valore della K di reazione. Avendo tempo a disposizione, misure protratte per circa due ore fornirebbero una analisi più completa della variazione della velocità durante tutto il periodo necessario per raggiungere l’equilibrio. Il dato sperimentale diretto è la misura dell’attività ottica in funzione del tempo, senza la necessità di trasformarlo nella corrispondente concentrazione di saccarosio.

Figura 2: andamento di $\alpha$ in funzione del tempo (le curve tratteggiate sono calcolate con K = 0,0324)

  • Poiché la dipendenza sembra di tipo esponenziale, si può discutere come trasformare i dati per ottenere una dipendenza lineare. Si arriva alla linearizzazione ponendo $ln \alpha$ in funzione del tempo. Ne risulta una funzione del tipo: $$y = -K\cdot t -m$$
dove K è la nostra costante cinetica e dove si dimostra anche che la reazione è di primo ordine rispetto al saccarosio: perciò tutte le reazioni condotte con diverse concentrazioni di saccarosio devono dare lo stesso valore di K. A questo proposito si noti in figura 3 come le rette ottenute siano tra di loro parallele e in figura 4 come i singoli valori si dispongano bene su una retta.

Figura 3: influenza di $c_0$ su K


Figura 4: andamento dei dati sperimentali delle tre concentrazioni in funzione del tempo; la retta di regressione fornisce il valore di $K_r = 0,0324$.


Analisi dei dati: $2^a$ parte

La variazione della velocità di reazione in funzione della T potrebbe essere prevista solo sulla base dei concetti della teoria cinetico-molecolare. Il modello cinetico-molecolare prevede che, al raddoppiare di T, la velocità di reazione aumenti in ragione della radice di due.
L’analisi dei dati dimostra l’insufficienza del modello cinetico, infatti la dipendenza di K da T è di tipo esponenziale come si può dedurre dal grafico che rappresenta la velocità di reazione come variazione della concentrazione in funzione del tempo.
Dal grafico si vede che, per gli esperimenti condotti alle due temperature di 20.6 e 35 °C, i coefficienti  angolari  risultino in un rapporto molto superiore a quello ipotizzato (circa 500 volte molto maggiore del 5% previsto per una variazione di circa 15 °C).

Figura 5: influenza della temperatura sulla costante di velocità


Proseguendo con le misure con diversi valori di temperatura, si potrebbe ricavare la relazione fra K e T, che risulterebbe del tipo:
$$ K = A \cdot e^{-B/T}$$
e quindi calcolare anche l’energia di attivazione. Nel nostro caso, due soli valori sono troppo scarsi per un’analisi di questo tipo.


Analisi dei dati: $3^a$ parte 

La velocità di reazione mostra anche una dipendenza dalla $[H^+]$, per cui è lecito chiedersi se la reazione segua una cinetica di 2°ordine. L’analisi dei dati della 1^ parte ha dimostrato che la reazione è di 1^ordine nei confronti della concentrazione di saccarosio. Come collocare allora la $[H^+]$? Le risposte potrebbero venire:
  • Dalla stechiometria di reazione:
$$ S + H^+ \longrightarrow G + F + H^+$$
in cui si nota che gli ioni $H^+$ si ritrovano prima e dopo la reazione e che quindi gli idrogenioni fungono da catalizzatori. Una conferma di questa ipotesi si ha procedendo ad una titolazione. Titolando una soluzione di reazione così composta:
10 mL saccarosio $0,4\ g/ml\ +\ HCl\ 1,8\ M$, prelevati a 5 minuti dall'inizio della reazione, con idrossido di sodio 0,5 M e fenolftaleina (2 gocce) si vede che la concentrazione dell’acido cloridrico rimane invariata nel tempo nell'ambiente di reazione e perciò risulta costante. 
Infatti inizialmente, per la sua neutralizzazione, sono stati necessari 38,5 mL e dopo due ore e venti, lo stesso tipo di prelievo ha richiesto 38,4 mL di $NaOH$.
Si nota, inoltre, che la colorazione della soluzione rimane stabile nel tempo.
È dunque possibile pensare che la concentrazione dell’$HCl$ influenzi la velocità della reazione, ma non il suo ordine.

  • Dal meccanismo della reazione, si può dedurre che lo stadio lento è la formazione del carbocatione per distacco del fruttosio dal saccarosio protonato ($SH^+$). 
Figura 6: idrolisi del saccarosio


La reazione sarebbe molto più lenta se il distacco del fruttosio avvenisse sulla molecola di saccarosio neutra perché dovrebbe uscire un alcossido (il fruttosio carico negativamente su l'ossidrile con cui è legato al glucosio) che è un peggior gruppo uscente. 
La velocità di reazione dipende dalla concentrazione della specie che reagisce nello stadio lento, ossia $SH^+$. Si ha perciò che la velocità sarà data da:
$$ v = K [SH^+]$$
Ma $[SH^+]$ si forma attraverso una reazione acido base con l'$H^+$ in soluzione secondo l'equilibrio:
$$S + H^+ \longrightarrow SH^+$$
possiamo correlare la $[SH^+]$ con quella di $[S]$ attraverso la costante acido-base $K_a$:
$$ [SH^+] = K_a [S]\ [H^+]$$
Sostituendo questo valore ad  $[SH^+]$  nell'equazione della velocità di reazione otteniamo che:
$$ v = K\cdot K_a\cdot [H^+]\ [S]\ $$
Quindi il valore della concentrazione di $H^+$, costante nel tempo perché si riforma dopo aver reagito, risulta inglobato nella costante di velocità e la aumenta all'aumentare della sua concentrazione. 

Concludendo: la reazione di idrolisi del saccarosio segue una cinetica di "pseudo" $1^0$ ordine simile a quella delle catalisi enzimatiche nelle quali si forma il complesso enzima-substrato attivato.

Nota:
Intervalli di lettura: non è strettamente necessario che nelle diverse fasi di questa esperienza si mantengano gli stessi tempi di lettura. È importante che le prime rilevazioni siano effettuate nei primissimi minuti, per avere la possibilità di calcolare la velocità iniziale e pertanto la costante cinetica. Per soluzioni concentrate la velocità sarà elevata e le variazioni dell’angolo di rotazione alfa saranno apprezzabili in intervalli di tempo brevi (indicativamente 2 minuti); per soluzioni più diluite sarà invece opportuno fare letture più distanziate nel tempo (es. ogni 5 minuti), per evitare che l’ordine di grandezza della variazione misurata sia pari all'errore strumentale (circa 1°)

Autori

Torracca Eugenio
Tofani Daniela
Campacci Silvia
Bernardi Maria Angela
Gordon Kennedy